venerdì 12 maggio 2017

The space between

The space between è una co-produzione italo-australiana, pare la prima da quando nel 1996 è stato firmato l'accordo tra i due paesi. La regista, Ruth Borgobello dice che il titolo fa riferimento alla distanza che c'è per ognuno di noi tra i sogni e la realtà.

Diciamo che poi vedendo il film, l'interpretazione certamente autentica della regista appare un po' didascalica, perché a me The space between ha fatto pensare molto di più alla distanza che nei personaggi di questa storia c'è tra i loro sentimenti più profondi e quello che riescono a comunicare nella relazione (sia a se stessi che agli altri).

In generale, l'intero film trasmette quest'idea di sentimenti trattenuti - positivi e negativi - che rendono il film nel suo complesso un pochino ingessato esattamente come i suoi personaggi.

The space between è la storia di Marco (Flavio Parenti), un giovane uomo che vive ad Udine, con un passato da cuoco in un ristorante di New York, un presente di lavoro in fabbrica, di visite al padre anziano rimasto solo dopo la morte della madre e di condivisione con l'amico di sempre. Nell'arco di 24 ore la vita di Marco viene messa sottosopra: riceve una proposta di lavoro in un ristorante australiano e il suo amico muore in un incidente stradale.

Inizia per lui un momento di riflessione sulla propria vita e sul proprio futuro, la cui chiave di volta sarà l'incontro con Olivia (Maeve Dermody), una ragazza australiana che è in Friuli per incontrare i suoi parenti italiani e forse per tentare una strada lavorativa diversa nel settore del design.

Per entrambi fare i conti col passato e entrare appieno nel presente, che significa mettersi in contatto con se stessi e con gli altri, ma anche con i luoghi (bello il Friuli mostrato in questo film) saranno la condizione preliminare per fare con coraggio le scelte per il futuro scommettendo sulla propria felicità.

The space between è un film onesto e ben fatto; tuttavia, oltre a raccontare una storia non certo originale, lo fa in un modo che manca di vera empatia, cosicché il racconto dei sentimenti (che dovrebbe essere la parte principale del film) resta al contempo un po' sottotraccia, ovvero - in emersione - un po' semplificato e didascalico.

Va detto che questi piccoli film fanno fatica a sviluppare appieno la propria anima, mancandogli spesso alcune condizioni necessarie, e il risultato facilmente risulta meno entusiasmante di quanto avrebbe potuto.

Voto: 3/5



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