domenica 20 novembre 2016

Se ce l’ho fatta io / Maurizio Mancini, alias Uovo Elettrico. Teatro Furio Camillo, 18 novembre 2016

Al Teatro Furio Camillo è in corso Battiti, la rassegna internazionale di circo teatro che si concluderà il 4 dicembre, una serie di spettacoli in cui si mescolano e si arricchiscono reciprocamente il mondo del teatro e quello circense.

Nell’ambito di questa rassegna è andato in scena il 18 novembre lo spettacolo di Maurizio Mancini, in arte Uovo Elettrico, Se ce l’ho fatta io, che ha vinto il bando di residenza creativa e ha guadagnato il diritto ad andare sul palco.

Maurizio Mancini da anni è appassionato di giocoleria, e in questo spettacolo porta in scena la sua passione all’interno di un testo ironico e niente affatto stupido.

Il nostro protagonista ha alle spalle un passato di giocoliere e di vita godereccia, ma ormai ha messo la testa a posto; ha una moglie e un figlio, un lavoro fisso in azienda, una vita tranquilla e… il passato è ormai passato. Un passato che il nostro antieroe guarda apparentemente con tristezza e distacco, immerso in un presente ch’egli decanta come la piena realizzazione di sé, un presente in cui gli si anima la voce e tutto appare meraviglioso.

Se non che l’uomo del presente è un uomo pieno di tic, in cui il corpo accelera o si rallenta per effetto delle pressioni esterne, un uomo che a poco a poco rivela la tristezza di una quotidianità decisamente poco entusiasmante e della rinuncia ai sogni, e soprattutto dell’abbandono di quel bisogno di giocare, che l’età adulta attribuisce ai bambini e che a poco a poco tristemente e stupidamente aliena da sé.

Durante lo spettacolo, in cui Maurizio è solo in scena a parte un paio di momenti in cui chiede la collaborazione del pubblico, si alternano racconti e momenti di giocoleria, e pochi semplici oggetti diventano strumenti per raccontare una vita e una passione. Uovo elettrico dimostra innanzitutto una grande capacità di esprimersi con il proprio corpo, in secondo luogo una inventiva non comune, nonché una notevole maestria tecnica nella giocoleria e anche un’ironia e un’autoironia che è oggi merce rara e che tanto più va salutata con favore.

Alla fine il pubblico applaude entusiasta a suggello dell’ottimo lavoro, per quanto in alcuni aspetti ancora un pochino acerbo (che poi forse è un pregio in un teatro un po’ troppo intellettualistico), di questo bravo performer.

E io sono stata contentissima perché ho anche potuto fare qualche foto :-)

Voto: 3,5/5

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