mercoledì 30 novembre 2016

Joan as Police Woman and Benjamin Lazar Davis. Monk, 25 novembre 2016

Ed eccomi per la quinta (o sesta?) volta a un concerto di Joan as Police Woman, tra l'altro a soli sei mesi di distanza dall'ultimo live che la cantante americana ci aveva regalato sempre al Monk in un Solo tour.

Questa volta invece Joan si presenta all'entusiasta pubblico romano in band per farci conoscere il suo ultimo lavoro, Let it be you, firmato insieme al musicista polistrumentista (ma soprattutto bassista) Benjamin Lazar Davis, che già l'aveva accompagnata in un tour italiano qualche anno fa, un buffo ragazzo con i riccioloni che suona e accompagna la musica con degli strani movimenti della testa e della bocca.

Il concerto di Joan viene aperto da un duo, gli italiani Fil Bo, che cantano in inglese accompagnati dalle loro chitarre. Due ragazzi giovani, con le giacche leopardate, e per me sconosciuti, ma in realtà molto apprezzati dal pubblico che addirittura canta insieme a loro. Al mio orecchio non propriamente originali, però gradevoli. E del resto pare che l'ignoranza sia tutta mia visto che il cantante Filippo Riva è già parecchio noto all'estero, in particolare a Berlino, ed è invece trascurato in Italia.

Ma ecco finalmente proiettata sul fondo del palco la copertina dell'album di Joan e, dopo un po' di preparazioni di fili e di strumenti musicali, Joan e Benjamin compaiono sul proscenio con le tute da meccanico che indossano anche sulla copertina. Quella di Benjamin - come ci spiegherà più avanti lui stesso - gli è stata data da una persona cui lui aveva regalato i suoi vestiti in Africa.

Insieme a Joan e Benjamin sul palco salgono due altri straordinari musicisti: un incredibile batterista, Ian Chang, che conquisterà l'intero pubblico con il modo robotico e al contempo appassionato con cui suona la sua batteria, e un chitarrista dagli occhi magnetici e dal tocco sopraffino, Ryan Dugre.

Inizia così subito il concerto con cui Joan e Benjamin ci fanno conoscere il nuovo album, che io già avevo ascoltato un po' di volte per arrivare preparata. Il disco è molto bello perché mette insieme le due anime di questi musicisti, in alcuni casi mescolandole  e in altri rendendole riconoscibili, e alterna canzoni dalla sonorità più elettronica e ritmata ad altre più intimiste.

Il concerto - anche grazie alla notevole performance di tutti i musicisti - rende merito all'album, anzi se possibile ne esalta le qualità, come qualunque live dovrebbe riuscire a fare. Che Joan ami l'Italia e in particolare la location del Monk si sa, ma evidentemente la sua buona disposizione d'animo contagia tutti e contribuisce a regalare una performance di altissimo livello, che cancella qualche piccola distrazione e peccato veniale registrati nell'ultimo live.

Così al termine del concerto, dopo aver suonato parte del nuovo album e anche alcuni classici del suo repertorio (tra cui The magic e Flash), però riarrangiati in un modo perfettamente omogeneo alle sonorità complessive del nuovo lavoro, il pubblico non è sazio della presenza vitale di Joan sul palco e la richiama a gran voce. Così Joan torna a suonare e cantare e poi con lei anche Benjamin Lazar Davis e tutti gli altri musicisti. Alla fine dell'ultima canzone ci dà appuntamento al banchetto del merchandising per incontrarci.

Io non me lo faccio ripetere due volte e mi fiondo lì con il mio CD, cosicché sono in prima fila quando arriva. Le dico che è la quinta volta che la vedo dal vivo a Roma, lei mi guarda con faccia stranita, e io ho solo la forza di dirle che è una grande e di comunicarle il mio nome per la firma sulla copertina. Alla sua firma seguiranno quelle di tutti gli altri, cosicché mi porto a casa il CD come fosse un trofeo. E se ero arrivata stanca e stressata a questo venerdì sera vi assicuro che dopo il concerto mi sono incredibilmente riconciliata con il mondo.

Voto: 4,5/5

2 commenti:

  1. Fino a un paio d'anni fa non sapevo chi fosse, poi l'ho scoperta quasi per caso a un concerto (gratuito, tra l'altro) al mio paese: da allora l'ho sempre seguita con grande piacere, una vera artista e una voce bellissima. Mi piace molto.

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    1. Grande artista e musicista. A me piace molto e sono contenta che tu l'abbia scoperta!

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