mercoledì 22 febbraio 2012

La parentesi / Elodie Durand

La parentesi / Elodie Durand. Bologna: Coconino Press, 2011.

La scuola del fumetto francese non smette di sfornare nuovi talenti, probabilmente anche grazie al riconoscimento sociale e all'attenzione che questa forma d'arte riceve nei paesi francofoni.

E così Elodie Durand arriva dal nulla e vince il premio rivelazione al Festival Internazionale del fumetto di Angoulême del 2011, lo stesso in cui Manuele Fior ha vinto il premio per il miglior albo con Cinquemila chilometri al secondo.

La parentesi è una storia autobiografica raccontata attraverso il proprio alter ego Judith; anzi si può dire che nella vicenda personale di Elodie Durand il disegno ha avuto un vero e proprio ruolo terapeutico nell'aiutare la giovane a esprimere i propri sentimenti e a fissare i ricordi sfuggenti. Qua e là nell'albo sono infatti disseminati i disegni che Elodie ha realizzato a metà degli anni Novanta, quelli in cui combatteva contro la sua malattia.

Sì, perché La parentesi racconta della battaglia per la vita di questa giovane donna che mentre è all'università comincia a soffrire di crisi epilettiche e ad avere perdite progressive di coscienza e di memoria.
Scoprirà che si tratta di un tumore, collocato subito sopra l'ipofisi, non operabile in maniera tradizionale.

L'albo racconta del calvario di Judith/Elodie e della sua famiglia nell'attraversare questo momento difficilissimo e lo fa mediante un dialogo a posteriori tra la stessa Judith/Elodie che ha perso la memoria di molte cose e i suoi genitori che l'aiutano a ricordare.

Si tratta di un racconto commovente in cui spicca il rapporto speciale tra la ragazza e sua madre (l'unica persona che ricorda sempre vicina a sé durante la malattia) e in cui viene descritta con straordinaria efficacia visiva la sensazione di perdita della memoria personale come una caduta nel vuoto, un essere inghiottiti in un buco nero, un non esistere.

È straordinariamente toccante ripercorrere con Judith/Elodie il processo di perdita della propria identità che arriva al punto da renderle impossibile contare, recitare l'alfabeto, uscire di casa. Ed è altrettanto toccante vivere con Judith/Elodie il suo lento recupero, dopo l'intervento subito a Marsiglia che le ha necrotizzato il tumore, la sua forza di volontà nel ricominciare daccapo, nell'imparare quello che già conosceva, nel ricostruirsi una vita normale.

Ne viene fuori il mistero in cui ancora è avvolto il nostro cervello; perché la scienza fa progressi, ma il modo in cui funziona il nostro cervello è ancora un grandissimo punto interrogativo per tutti.
Ne viene fuori la centralità della memoria per l'essere umano. Non ci avevo mai pensato, ma noi siamo fondamentalmente memoria e ricordi. Il qui e ora perde completamente di senso se non è agganciato cronologicamente al passato e a tutto quello che è stato.

Una lettura non certo leggera (che forse in questo periodo di immobilità forzata mi potevo risparmiare!), ma certamente un'opera intensa e toccante.

Voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!