venerdì 26 marzo 2010

The Notwist

Circolo degli artisti. Giovedì 25 marzo. Questa sera suonano The Notwist. Il concerto è sold out. E io che pensavo che non li conoscesse nessuno e invece mi ritrovo letteralmente circondata di studenti universitari, ma anche coppie più avanti negli anni, che cantano a squarciagola alcune delle loro canzoni, anche quelle meno famose.
Ovviamente, il tripudio arriva quando nel secondo bis richiesto dal pubblico intonano Consequence, e così tutti possiamo cantare con loro:

You're the colour,
you're the movement and the spin.
Never
Could it stay with me the whole day long
Fail with consequence, lose with eloquence
and smile.
I'm not in this movie
I'm not in this song.
Never
Leave me paralyzed, love.
Leave me hypnotized, love.

You're the colour,
you're the movement and the spin.
Never
Could it stay with me the whole day long
Fail with consequence, lose with eloquence
and smile.
You're not in this movie
You're not in this song.
Never

Leave me paralyzed, love.
Leave me hypnotized, love.
Leave me paralyzed, love.
Leave me hypnotized, love.


Qui però non mi soffermerò tanto sul contenuto musicale del concerto, ma sull'impressione complessiva che ne ho ricevuto. Avevo visto suonare qui al Circolo musicisti britannici e americani, sempre introdotti da una band o da un cantante apripista, sempre disponibili a chiacchierare con il pubblico, sorridenti a volte al di là delle aspettative, di solito di bell'aspetto e ben vestiti.

Così, inevitabilmente mi colpisce questo gruppo che evidentemente punta alla centralità assoluta della musica e considera tutto il resto semplicemente un orpello in fondo inutile. E in un certo senso - mi dico - si vede proprio che hanno un altro backgroung culturale e appartengono alla genìa dei solidi europei continentali.

E così niente band apripista e, con solo mezz'ora di ritardo sull'orario previsto di inizio del concerto, si parte con una performance musicale di circa un'ora e mezzo, senza praticamente interruzioni. Io sono abbastanza colpita da un po' di cose:
1. questi sei ragazzi sul palco non sono i soliti sbarbatelli che ormai invadono il panorama musicale internazionale;
2. oltre a non essere giovanissimi, non sono nemmeno particolarmente belli, né glamour: piuttosto essenziali e senza tanti fronzoli;
3. non fanno chiacchiere col pubblico, non cercano in questo modo di risultare simpatici e di ingraziarsi il loro favore, ma suonano e cantano a un livello di intensità straordinario;
4. la loro strumentazione, a parte alcuni particolari (i telecomandi della WII usati da uno dei componenti del gruppo non so esattamente a quale scopo - anzi chi lo sa è pregato di dirmelo), appare in qualche modo demodé, con le grandi casse anni Ottanta, la piccola console con i dischi in vinile e così via.

Insomma, oltre a trovare di grande qualità la loro musica, The Notwist mi sono risultati davvero simpatici, perché è uno dei pochi gruppi musicali che non si sforza di piacere ad ogni costo. E questo è certamente un merito.

Voto: 4/5

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